Vincenzo Scontrino, presidente dello IACP di Trapani. Ciò che accaduto a Marsala qualche settimana fa con l’occupazione abusiva di un alloggio popolare, è una piaga che si può fronteggiare come?
E’ una piaga che affligge gli istituti popolari non solo della Sicilia ma anche del centro sud Italia. Il problema vero, reale, è la penuria di alloggi. Noi come IACP, grazie anche alle indicazioni dell’assessorato alle Infrastrutture e con i fondi del PNRR stiamo lavorando per la realizzazione di nuovi alloggi. Incontrerò a breve il sindaco di Marsala per cercare di pianificare la costruzione di nuovi alloggi. Siamo stati a Favignana, stiamo lavorando su Trapani. Ci sono diverse realtà provinciali che hanno necessità di dare risposte locative alle persone che hanno bisogno. Il tema dell’abusivismo è un fatto che mi ha immediatamente investito non appena sono arrivato alla guida dell’istituto, era infatti accaduto che una signora di Fontanelle Sud a Trapani, era stata cacciata dall’alloggio dove risiedeva. Un po’ quello che è accaduto a Marsala. Noi come IACP non abbiamo alcuna competenza al riguardo. Ci limitiamo a gestire gli alloggi. Ma per noi l’abusivismo locativo è un danno grave, perché gli abusivi non solo operano fuori dai bandi e dalle assegnazioni che fanno i comuni, ma oltretutto non pagano i canoni e non tengono in alcuna considerazione la gestione ordinaria dell’alloggio in cui vivono, non facendo alcuna manutenzione. C’è dietro un fenomeno gravissimo, che ho avuto modo di affrontare, sia con il Prefetto, sia con il già Procuratore di Trapani, dottor Agnello. Noi temiamo che dietro queste occupazioni abusive ci sia in realtà un mercimonio delle abitazioni popolari da parte di alcune persone che incassano denaro da parte di chi poi occupa abusivamente. Ci sono state delle denunce in merito. C’è anche un’azione da parte dei vigili urbani di Trapani che hanno sloggiato degli irregolari.
Scontrino, a chi spetta lo sgombero degli alloggi occupati abusivamente?
Lo sgombero spetta ai comuni. È chiaro che lo sgombero va eseguito in tempi rapidissimi. Non possiamo consentire che l’abusivo si installi e stia sei mesi. Dopo tutto questo tempo l’abusivo ha fatto proprio quel bene, vi ha stabilito le proprie suppellettili e diventa tutto più difficile. Se invece si intervenisse nel giro di qualche giorno dopo che è avvenuta l’occupazione sarebbe tutto diverso. Come ha scritto Massimo Gramellini sul Corriere della Sera, basterebbe una norma, una legge fatta ad hoc, con la quale non appena ci sia l’occupazione abusiva di un bene pubblico, immediatamente la forza pubblica si attivi per ristabilire l’ordine delle cose. I troppi commi, i troppi rimpalli di responsabilità fanno il gioco degli abusivi.
Dietro l’occupazione abusiva ci sono storie di povertà, specie quando ci sono bambini piccoli a cui bisogna dare un tetto. Possiamo fare una stima di quanti alloggi popolari mancano a fronte delle richieste che ci sono?
La provincia di Trapani ha un quadro abbastanza variopinto. In comuni come Salaparuta, Poggioreale, Calatafimi che vivono l’esodo di giovani che si trasferiscono altrove, ci sono alloggi non utilizzati, di contro abbiamo comuni come Marsala, Trapani, Favignana, dove invece vi è una carenza totale di case. 100 alloggi mancano a Trapani, 120 a Marsala, non serve tantissimo, ma il problema vero e reale è che è una guerra che si combatte negli strati più poveri della società. Non essendo i soggetti interessati da questa problematica, persone che non hanno la ribalta sociale, questo è un problema che viene accantonato, rinviato, non ci si vuole inimicare con nessuno, nei quartieri popolari si fa campagna elettorale 365 giorni l’anno, basta pochissimo per ottenere la fiducia e poi il voto, e invece bisognerebbe, quando ci sono delle aspettative da parte di tutti, far comprendere che nella legge vanno trovate le soluzioni, e la legge è quella delle graduatorie e delle assegnazioni comunali.
Vincenzo Scontrino, ci sono rumors che la vogliono super corteggiato per andare a fare il sindaco di Trapani. Accarezza questo sogno o lo lascia agli altri?
No no, l’unica mia ambizione è quella di riuscire a fare in questi cinque anni il presidente dello IACP e di lasciare un’impronta seria per le persone che abitano nei quartieri popolari. Con il sindaco di Favignana, Francesco Forgione, ad esempio, abbiamo individuato un’area dove realizzare alloggi popolari, ed è venuta l’idea di non creare il solito quartiere popolare ma di creare un quartiere di una nuova socializzazione, l’emblema di un ripensamento dei quartieri popolari. Io voglio fare questo. Al termine di questi cinque anni ho l’obiettivo di tornare a fare l’avvocato, meglio di come ho fatto prima.
Ha detto una cosa importantissima, spesso i quartieri popolari diventano la marginalità di una città, il ghetto, dove la malavita si alimenta, dove i bambini non vanno a scuola e c’è un degrado sociale ed economico drammatico.
Dobbiamo mettere un punto a tutto questo, diversamente la nostra società non cresce. La società cresce dalle fondamenta, dagli stati più bassi. Quello che è accaduto in Italia dopo la seconda guerra mondiale, gli strati più bassi della popolazione sono emersi e sono diventati pian piano la borghesia fondante di questo Paese. Dobbiamo ripensare la nostra società partendo dal basso, solo così possiamo migliorare.